Pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico, intra ed extra ospedaliero.
Pazienti terminali, con necessità di un accesso venoso per fluidoterapia di supporto, nutrizione parenterale, terapia antalgica o palliativa.
Pazienti chirurgici, geriatrici, con infezioni croniche o dove occorre un accesso venoso per più di 1 settimana fino a 6 mesi e < 1 anno.
Necessità di preservare il patrimonio venoso del paziente durante l’utilizzo di infusioni con effetto vescicante o irritante sull’endotelio e/o con pH < 5 e > 9, e/o osmolarità > di 800 mOsm/litro.
Necessità di un accesso venoso centrale per tempo particolarmente prolungato (a medio termine: 3-6 mesi).
Necessità di un accesso centrale a medio termine in pazienti in ambito extraospedaliero.
Necessità di utilizzare un accesso venoso centrale a medio termine anche o esclusivamente in modo discontinuo.
Pazienti con alto rischio di complicanze meccaniche qualora si procedesse all’inserzione di un CVC tradizionale (pazienti obesi, con alterazioni anatomiche o patologiche del collo, pazienti con grave coagulopatia).
Pazienti con alto rischio di complicanze infettive qualora si posizionasse un CVC tradizionale (pazienti con tracheostomia, pazienti immunodepressi, o soggetti ad alto rischio di batteriemie).
CONTROINDICAZIONI
Nota o sospetta batteriemia o setticemia
Pregressa radioterapia sul sito di inserimento previsto.
Pregressi episodi di trombosi venosa o interventi di chirurgia vascolare nel sito di posizionamento previsto.
Fattori locali in grado di interferire con l’adeguata stabilizzazione o accesso del dispositivo (eritemi, edemi, eczemi)
Presenza di fistole artero-venose nell’arto interessato al posizionamento.
Arto plegico, paretico o immobilizzato per esiti chirurgici, fratture o patologie articolari.
Presenza di pregressi interventi chirurgici di mastectomia e/o dissezione linfonodale, presenza di linfedema.
Presenza di PM o ICD nel lato scelto per il posizionamento.
Paziente non collaborante.
POSIZIONAMENTO
Il posizionamento di un PICC avviene al letto del paziente, non serve il digiuno. È una procedura sterile che viene eseguita nella Sua stanza. Durante la procedura avvertirà un lieve dolore/fastidio in due momenti: al momento della venipuntura e al momento della somministrazione della anestesia locale. La procedura dura in media 40-60 minuti . Il catetere viene inserito nel terzo medio del braccio, sopra il gomito, per garantire la massima mobilità. Esternamente sarà visibile il catetere con la medicazione trasparente. Quando non viene utilizzato il PICC sarà coperto da una medicazione. La medicazione può, dopo addestramento, essere sostituita dal parente o da personale sanitario a domicilio. La medicazione del PICC, salvo rimozione accidentale della stessa, deve essere sostituita ogni 7 giorni.
STILE DI VITA
La presenza del PICC non impedisce il movimento, si possono svolgere le normali attività di vita quotidiana, lavorare, guidare, viaggiare e praticare sport leggeri;
sarà necessario avere della accortezze particolari solo durante l’igiene personale: bagno o doccia. In questo caso occorrerà avvolgere con la pellicola trasparente ed evitare di dirigere il getto dell’acqua direttamente sulla medicazione;
controllare, secondo le indicazioni ricevute, la funzionalità del dispositivo mediante valutazione clinica e/o contatto telefonico con i professionisti TAV ( Team Accessi Vascolari )
La cellulite più correttamente chiamata liposclerosi interessa circa la metà della popolazione. Nel 95% dei casi colpisce le donne e nel 5% gli uomini. La cellulite, o panniculopatia edematofibrosclerotica, può essere definita come un’alterazione del profilo cutaneo che nelle donne si manifesta caratteristicamente all’addome, ai glutei, alle cosce e alle ginocchia, con il tipico aspetto a buccia d’arancia. Anche se è considerata da molti un semplice inestetismo, la cellulite in realtà è una vera e propria patologia cutanea. La sua causa principale è una particolare insufficienza venosa, per la quale i tessuti cutanei superficiali non riescono ad allontanare correttamente i liquidi, che così ristagnano. In un primo momento liquidi e residui tossici si accumulano nel tessuto, poi le cellule adipose si isolano e si gonfiano per la difficoltà a smaltire i grassi. Questo porta alla formazione di un tessuto fibroso reattivo con la tendenza progressiva ad avvolgere tutto.
Diagnosi
La cellulite può essere classificata in quattro stadi in base alle modificazioni di tipo istopatologico e clinico. In ogni distretto corporeo possono coesistere differenti gradi :
I STADIO: Grado iniziale caratterizzato da alterazioni microcircolatorie e da edema del tessuto adiposo. La cute si presenta lievemente pastosa alla palpazione. Cellulite asintomatica, senza alterazioni cliniche.
II STADIO: Progressione delle alterazioni microcircolatorie per iniziale ispessimento delle fibre connettivali e strozzamento dei vasi i podermici. Parestesie e lieve dolenzia alla palpazione. Solo alla compressione (o irrigidendo il muscolo sottostante) appare il caratteristico aspetto a buccia d’arancia, pallore e ipotermia. III STADIO: La fibrosi iniziale evolve in vera e propria sclerosi a carico del tessuto connettivo di sostegno e del derma sovrastante, con formazione di micronoduli nel tessuto adiposo. L’epidermide è ipercheratosica (xerotica, secca) per diminuzione dell’ossigenazione a causa delle alterazioni a carico della microcircolazione locale. Spesso sono presenti delle discromie. Compaiono chiari segni di insufficienza venosa e/o linfatica, come teleangectasie ed edema franco dei tessuti. La cute presenta l’aspetto a buccia d’arancia, con depressioni più o meno evidenti. Le regioni interessate sono dolenti alla palpazione e si apprezzano delle fini granulazioni in profondità, corrispondenti ai micronoduli. IV STADIO: In questo stadio il danno circolatorio e tissutale è sempre più importante. I micronoduli aumentano di dimensioni (macronoduli), diventano visibili, palpabili, più aderenti ai piani profondi e unitamente alle retrazioni dei setti fibrosi sottocutanei formano quelle depressioni che conferiscono alla cute il tipico aspetto a materasso. Xerosi, discromie e segni di insufficienza venosa e/o linfatica sono sempre più rilevanti. Dolore e ipotermia alla palpazione.
Cura e Terapia
Nonostante si sentano in giro mille promesse, la dura realtà è questa: la cellulite si può migliorare, ma non eliminare.
Anche in fatto di miglioramento, poi, esistono proposte più o meno serie, che spesso sfruttano il grande disagio psicologico generato dal problema. Il primo consiglio, quindi, è diffidare da massaggi, trattamenti e vibromassaggiatori vari proposti da personale non qualificato o peggio in tv. Anche l’esercizio fisico fai-da-te spesso produce più danni che benefici. Esistono invece centri specializzati, seguiti da medici, che propongono diverse terapie. Vediamo, in una rapida carrellata, quali sono le più diffuse. Terapie drenanti o linfodrenanti: migliorano il deflusso sanguigno e linfatico e favoriscono il riassorbimento dei liquidi extravasali che da lì vengono eliminati per le normali viecircolatorie.
Pressoterapia
Pressoterapia: esercita un linfodrenaggio meccanico attraverso gambali in cui viene insufflata aria compressa o acqua dal basso verso l’alto. Questo aiuta il deflusso linfatico, favorisce il riassorbimento dei liquidi e facilita la metabolizzazione dei grassi aumentando il contatto tra cellule adipose e sostanze circolanti.
Mesoterapia
Mesoterapia è la tecnica più collaudata e sempre valida. E’ un trattamento farmacologico contro la cellulite che consiste nell’iniettare sottopelle dei farmaci specifici, non andando in profondità ma restando al livello del derma, per eliminare tutte le tossine e la ritenzione idrica del tessuto colpito: un cocktail farmacologico a base di sostanze lipolitiche, come carnitina, teofillina, in combinazione con prodotti che attivano la circolazione ed eliminano il ristagno dei liquidi si ottengono buoni risultati dopo un ciclo di 10-15 sedute. Il beneficio principale della mesoterapia è quello di far scomparire quasi completamente la cellulite. Ovviamente si hanno risultati differenti da persona a persona, ma anche in base alla differente zona del corpo da trattare. In generale comunque, seppur con minime differenze, la mesoterapia è utile per la cellulite in qualunque zona del corpo: cosce e glutei principalmente, ma anche addome, fianchi, e interno braccia.
Carbossiterapia ha grande validità sia da sola che associata con la mesoterapia. E’ estremamente efficace e sicura. Viene inoculato con aghi sottilissimi un gas: l’anidride carbonica medicale. Questo tipo di gas è sicuro perché non si può essere allergici ai gas, nessuno di noi lo è ed un gas che, venendo in contatto con il sangue, si scioglie per cui non siamo sottoposti al rischio di embolia. Il gas riesce a penetrare all’interno del tessuto adiposo dopo l’inoculazione, rompe gli adipociti (le cellule di grasso) e libera dagli adipociti i trigliceridi. Inoltre permette una maggior cessione di ossigeno da parte dei globuli rossi e pertanto una maggior ossigenazione della nostra cellula di grasso.Questo porta ad un miglioramento netto e marcato dell’aspetto a buccia di arancia e anche ad un miglioramento della silhouette, quindi del disegno della gamba, con una riduzione, sempre molto richiesta, dei centimetri.
Endermologie
E’ un trattamento di massaggio connettivale eseguito con un macchinario: ottimo trattamento se il personale che lo esegue è in grado di utilizzare in modo corretto l’apparecchio e di non danneggiare il tessuto connettivo. E’ un trattamento che tramite dei rulli esegue un “pizzicotamento” del tessuto, riattivando la circolazione e aiutando il drenaggio linfatico. E’ molto “operatore-dipendente”, quindi è importante scegliere un bravo operatore quando ci si rivolge a questo tipo di tecnica.
Idroelettroforesi è un trattamento che permette la veicolazione dei liquidi in profondità senza l’utilizzo degli aghi. E’ sicuramente un trattamento con la sua validità, però non efficace come le tecniche con ago che portano nel punto desiderato la sostanza attiva per un’azione più efficace. Questa metodica è utile in definitiva per i pazienti che hanno paura dell’ago
Lecilisi (fosfatidilcolina).
La lecilisi è un trattamento relativamente nuovo in cui viene iniettato un farmaco allopatico (cioè della medicina tradizionale) che si chiama fosfatidilcolina. La fosfatidilcolina è soprattutto valida non tanto per la cellulite, ma per ridurre lo spessore del pannicolo adiposo, in quanto crea necrosi del tessuto adiposo, con una riduzione drastica del pannicolo. E’ più indicata in pazienti che hanno una rappresentazione importante del tessuto adiposo perché sequesto è poco presente, possono presentarsi poi degli avvallamenti con questa tecnica, per cui non è consigliata nella paziente magra e, ricordiamo, non migliora la cellulite.
Il PRX-T33 è un biorivitalizzante non iniettivo destinato esclusivamente alla classe medica. E’ un prodotto estremamente versatile perché può essere utilizzato da solo o in associazione alle più comuni tecniche di medicina estetica per potenziarne i risultati. E’ un dispositivo medico innovativo composto di acido tricloroacetico a 33% modulato con perossido d’idrogeno, capace di stimolare e rimodellare il derma profondo senza causare irritazione nella superficie della pelle. Funziona come un peeling di media profondità ma con il vantaggio di non provocare esfoliazione dell’epidermide. I risultati del PRX-T33 sono visibili fin dalla prima seduta, in quanto la pelle viene stimolata in profondità, senza in ogni caso irritare la superficie della zona trattata. Questo tipo di trattamento è considerato un biorivitalizzante. L’acido tricloroacetico è noto in medicina estetica per le sue caratteristiche ristrutturanti. Si tratta di una sostanza che favorisce l’attività dei fibroblasti nel derma, stimolando la produzione di collagene. Il perossido d’idrogeno non solo impedisce che il TCA a 33% svolga la sua azione aggressiva di denaturazione proteica e successiva desquamazione dell’epidermide, ma interviene attivamente nel potenziare i meccanismi di rigenerazione del derma, preparando i recettori ai fattori di crescita e rimodellando la matrice dermica.
Si può affermare che il PRX-T33 attiva una stimolazione potente nel derma più profondo donando luminosità alla cute.
Questo particolare tipo di peeling è particolarmente indicato per trattare il viso in tutta la sua totalità, per il collo (per esempio quando presenta delle rughe anche accompagnate dal rilassamento della pelle o le rughe circolari) e per il décollétee (ad esempio quando la cute è poco idratata, anche a causa di eccessiva esposizione solare, o sono presenti segni di invecchiamento).
Il PRX-T33 E’ consigliato sia alle donne che agli uomini di qualunque età ed è indicato :
La tecnica di applicazione del PRX-T33 è molto piacevole per il paziente, in quanto il prodotto è un gel che non viene iniettato nella cute, al contrario l’operatore effettua un massaggio seguendo le linee di tensione elastica dei tessuti ed utilizzando un guanto di nitrile.
L’acido tricloroacetico (TCA) al 33% penetra nell’epidermide innescando il processo di rigenerazione cutanea, in quanto è un prodotto in grado di stimolare e levigare la pelle in profondità.
La seduta ha una durata di circa 15/20 minuti e il paziente potrà tornare immediatamente a svolgere le proprie attività quotidiane.
Nei giorni successivi al trattamento potrebbe verificarsi una leggera esfoliazione superficiale. Inoltre, può essere utilizzato come coadiuvante per il trattamento dell’acne in fase attiva, grazie alla presenza dell’acqua ossigenata che svolge un’azione antibatterica.
MANTENIMENTO DEI RISULTATI OTTENUTI
I risultati del PRX-T33 sono visibili fin dalla prima seduta, in quanto la pelle viene stimolata in profondità, senza in ogni caso irritare la superficie della zona trattata. Questo risultato fa assurgere il trattamento nell’elenco dei prodotti ad azione biorivitalizzante. Si consiglia di ripetere le sedute a cadenza settimanale per avere un risultato più stabile e duraturo per 4/6 volte. In seguito sarà sufficiente un trattamento su base mensile\bimensile per mantenere i risultati conseguiti costanti nel tempo.
V.A.C. THERAPY Sistema terapeutico a pressione negativa V.A.C.Ulta™
La V.A.C. Therapy garantisce la guarigione di moltissime ferite
La V.A.C. Therapy ha cambiato il modo di curare le ferite. E’ stata prescritta per il trattamento di oltre 8.000.000 di ferite in tutto il mondo. Il Sistema Integrato V.A.C. Therapy promuove la guarigione delle ferite attraverso l’utilizzo di pressione topica negativa V.A.C.Ulta™(NPWT). Applicando pressione negativa (vuoto) al letto della ferita mediante una medicazione unica ed esclusiva, aiuta ad avvicinare i lembi della ferita, rimuove il materiale infetto e promuove attivamente la formazione di tessuto di granulazione. Questi meccanismi di azione (macro e micro deformazioni) portano ad una rapida ed efficace guarigione della ferita e migliorano la qualità della vita del paziente in maniera economicamente conveniente. La V.A.C. Therapy è un sistema non invasivo, viene utilizzata per ridurre le lesioni acute e croniche che verranno trattate in un secondo momento con medicazioni avanzate.I sistemi di terapia per le ferite a pressione negativa (NPWT) sono sistemi integrati di trattamento della ferita per l’uso in ambiti di cura acuta, cronica e domiciliare. Sono destinati a creare un ambiente che promuove la guarigione delle ferite per seconda o terza intenzione (primaria ritardata) preparando il letto della ferita per la chiusura, riducendo l’edema, promuovendo la formazione di tessuto di granulazione e la perfusione, e rimuovendo l’essudato e il materiale infettivo. La V.A.C. Therapy è indicata per i pazienti con
ferite croniche,
ferite chirurgiche acute,
ferite traumatiche ortopediche ,
ferite subacute e deiscenti,
ustioni a spessore parziale,
ulcere (come quelle diabetiche, da pressione o da insufficienza venosa),
La V.A.C. Therapy è un’efficace barriera contro la penetrazione di batteri e può aiutare a ridurre l’infezione nei tipi di ferite sopracitati. Essa è controindicata nei pazienti con
lesioni cutanee di natura maligna
osteomielite non trattata
fistole non enteriche e inesplorate
presenza di tessuto necrotico con escara
ipersensibilità all’argento
La V.A.C. Therapy System ha dimostrato clinicamente di promuovere la guarigione delle ferite mediante un meccanismo d’azione unico, riducendo il costo complessivo del trattamento dei pazienti con ferite complesse ma soprattutto consentendo a quest’ultimi di tornare ad una vita attiva e produttiva.
Come con ogni altro dispositivo medico, è importante discutere con il proprio medico per capire se la V.A.C Therapy è adeguata o meno alla propria situazione.
La Vulnologia è una branca della chirurgia che si occupa dello studio del Processo di Riparazione Tissutale: wound care
La vulnologia è una disciplina che nell’ultimo decennio ha profondamente inciso su numerose branche della medicina in modo trasversale (ortopedia, chirurgia vascolare, chirurgia generale e così via).
Il termine vulnologia deriva dal latino vulnus ovvero ferita. La vulnologia rappresenta una branca della Medicina-Chirurgia, plurispecialistica, che si occupa delle ferite definite difficili, cioè a lenta guarigione o addirittura che non tendono a guarire, ovvero delle ulcere cutanee di varia natura e delle perdite di sostanza cutanea: in ultima analisi delle lesioni che compromettono l’integrità della cute come complicanza di malattia o di natura post-traumatica. La visita vulnologica è il primo momento di contatto con il paziente con lesioni cutanee croniche.Si tratta di un una visita generale durante la quale il paziente viene accolto e inquadrato sia da un punto di vista clinico che psicologico, a seguito delle ricadute relazionali che la lesione può provocare.Vengono considerate le cause scatenanti o determinanti la lesione, sempre con estrema attenzione al “paziente/persona” e analizzate le lesioni cutanee. Durante la visita vulnologica, la lesione cutanea viene studiata e fotografata. Si determinanole caratteristiche e gli aspetti della lesione.Si procede poi alla classificazione e si attuano i protocolli di medicazione e di cura del paziente. Quindi una visita specialistica per ferite, ulcere, ustioni, lesioni acute e croniche delle cute, di origine traumatica e non, in particolare per pazienti con:
ulcere degli arti inferiori
lesioni ai piedi in diabetici
piaghe da decubito
gangrene di segmenti (dita, piede, etc.) egli arti per problemi circolatori
ferite chirurgiche complicate da deiscenza o suppurazione
ustioni
postumi di amputazione degli arti con deiscenza del moncone
ferite neoplastiche
ferite atipiche
MISSION
La mission è di prendersi cura degli utenti affetti da queste patologie spesso fortemente debilitanti, dolorose, provocano immobilità o marcata riduzione dell’autonomia individuale e riducono la qualità di vita del paziente. La problematica di maggior rilievo che si evidenzia nel trattamento delle L.C.C., è la correttezza del percorso diagnostico – terapeutico basato sulle Linee Guida e l’appropriatezza dei metodi di cura rispetto alla patologia, al fine di evitare il cronicizzarsi di queste forme morbose.
Hai un problema con le ferite difficili?
Scrivi il tuo problema allo specialista di Vulnologia